La vita che verrà



Introduzione
Il 25 novembre è la giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Quella mattina siamo andati al cinema carbone a vedere un film, organizzato dal telefono rosa, intitolato Herself- La vita che verrà di Phyllida Lloyd, un concetto di casa come simbolo della ricostruzione di una vita.


Giornata mondiale contro la violenza sulle donne
Il 25 novembre è la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Secondo l’Articolo 1 della Dichiarazione sull’Eliminazione della Violenza contro le Donne, emanata dall’Assemblea Generale nel 1993, la violenza contro le donne è «Qualsiasi atto di violenza di genere che si traduca o possa provocare danni o sofferenze fisiche, sessuali o psicologiche alle donne, comprese le minacce di tali atti, la coercizione o privazione arbitraria della libertà, sia che avvengano nella vita pubblica che in quella privata». Questa data è stata scelta in memoria delle sorelle Mirabal, attiviste politiche massacrate, un crimine diventato “simbolico”. Il 25 novembre del 1960 nella Repubblica dominicana mentre Patria, Minerva e Maria Teresa Mirabal stavano andando a far visita ai loro mariti in prigione, furono bloccate e rapite sulla strada da agenti del Servizio di informazione. Portate in un luogo nascosto nelle vicinanze furono stuprate, torturate, massacrate a colpi di bastone e strangolate, per poi essere gettate in un precipizio, a bordo della loro auto, per simulare un incidente. Nel 1981, durante il primo incontro femminista a Bogotà, in Colombia, fu deciso di celebrare il 25 novembre come la Giornata internazionale della violenza contro le donne. Dieci anni dopo, nel 1991, il Center for Global Leadership of Women (CWGL) avviò la Campagna dei 16 giorni di attivismo contro la violenza di genere, proponendo attività dal 25 novembre al 10 dicembre, Giornata internazionale dei diritti umani. Nel 1993 l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha approvato la Dichiarazione per l’eliminazione della violenza contro le donne ufficializzando la data scelta dalle attiviste latinoamericane. Da allora, si sono moltiplicate le iniziative per aumentare la sensibilizzazione sul tema. Si parla esplicitamente di violenza contro le donne perché sono la stragrande maggioranza delle vittime delle violenze di genere, ovvero tutti gli abusi, che siano psicologici, fisici o sessuali che riguardano tutte le persone discriminate in base al genere. Rientrano, quindi, in questa forma di violenza anche i reati persecutori come lo stalking, le molestie, le aggressioni, lo stupro e il femminicidio. Come precisa la convenzione di Istambul, l’espressione “violenza contro le donne basata sul genere” designa qualsiasi violenza diretta contro una donna in quanto tale, o che colpisce le donne in modo sproporzionato. Esistono forme di violenza che solo le donne subiscono (aborto forzato, mutilazione genitale femminile), o che le donne sperimentano molto più spesso degli uomini (violenza sessuale e stupro, stalking, molestie sessuali, violenza domestica, matrimonio forzato, sterilizzazione forzata). Non esiste ancora in Italia una legge che inasprisca le pene per chi commette atti discriminatori o violenza per motivi fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, o sull’identità di genere, i così detti crimini di odio contro persone per il solo fatto di appartenere a un determinato gruppo sociale come richiederebbe la convenzione di Istanbul ratificata anche dall’Italia. 


Il film
La vita che verrà racconta la storia di Dopo tanto tempo, Sandra trova finalmente il coraggio di fuggire con le sue due figlie da un marito violento. In lotta contro una società che sembra non poterla proteggere e con l'obiettivo di creare un ambiente accogliente per le bambine, decide di costruire da sola una casa tutta per loro. Non tutto andrà bene ma durante l'impresa troverà la forza di ricostruire la sua vita e riscoprirà se stessa, anche grazie all'appoggio di un gruppo di persone disposte ad aiutarla e a darle sostegno. Per Sandra e le sue figlie la nuova vita che verrà per fortuna non sarà mai più come quella di prima.


Riflessioni
Questo film mi ha fatto pensare molto a quel periodo in cui sfortunatamente sono passata anch'io, ma fortunatamente ho passato. Anch'io sono stata vittima di violenza, sia mentale che fisica e in quel momento mi sono rivista in Sandra. Penso che questo film faccia capire quanto una donna sia inferiore all'uomo e quanto sia fragile soprattutto. La violenza veniva fatta anche alle figlie, ma indirettamente e questo è molto brutto per la madre, vedere le figlie spaventate del padre. La vita è imprevedibile, spesso ingiusta e dolorosa, ma è capace di far filtrare un po’ di luce anche dove è tutto nero. Basta solo essere disposti a rialzarsi tutte le volte che si cade.


Conclusione
Alla fine del film una ragazza, vittima di violenza ha raccontato la sua storia, molto dura. E' una madre molto giovane e molto forte soprattutto, dopo aver passato il peggio ha ritrovato la felicità in sua figlia appena nata e libera dal marito che ora si trova in prigione. La violenza sulle donne è un argomento che ogni volta mi tocca parecchio, le donne vanno rispettate come loro rispettano gli uomini. Non andrebbero toccate nemmeno con un fiore, invece vengono insultate e picchiate. Questa cosa spero non succeda a nessuno, ma so anche che sperare in un mondo in cui l'uomo è superiore non porterà a nulla.


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