Il fotografo di Mauthausen

La fotografia e il suo rapporto ambiguo con la realtà: racconto oggettivo o reinterpretazione?

Introduzione
Questo post l'ho scrivo perché riflettere sul rapporto tra la fotografia e la realtà partendo dal film "Il fotografia di Mauthausen".

Sinossi
Francisco Boix è un internato nel campo di concentramento di Mauthausen. Egli, grazie alla fotografia, riesce ad evitare le torture del campo e a documentare tutto ciò che succede al suo interno. Grazie all'aiuto dei suoi compagni e complici, e grazie alle sue fotografie e ai suoi negativi, Francois riesce a portare fuori dal campo la verità che i nazisti nascondevano: le torture, la morte, il dolore e la sofferenza provate dai detenuti. Egli documenta le uccisioni, gli esperimenti eseguiti sulle persone con disabilità, la prostituzione all'interno del campo, lo sfruttamento e altre torture. Dopo la sconfitta dei tedeschi, e la liberazione di tutti i campi di concentramento, il mondo verrà a conoscenza della verità grazie al sacrificio, alla complicità e al duro lavoro svolto da alcune delle persone internate.

I prigionieri

Vengono rinchiusi migliaia di spagnoli, destinati alla morte o a massacranti condizioni igieniche o lavorative.

Macchina fotografica
Questa è la macchina fotografica del 'Capo di identificazione' del campo di concentramento:







Sistema di codifica

Il sistema di codifica dei contrassegni serviva a classificare i prigionieri:                                       Un triangolo giallo, o una Stella di David, costituita da due triangoli di colore giallo appositamente sovrapposti, identificava i prigionieri ebrei.                                                             Un triangolo di colore marrone identificava i prigionieri rom.                                                         Un triangolo di colore viola identificava i testimoni di Geova, i "ricercatori della Bibbia", detti anche "i viola".                                                                                                                                             Un triangolo di colore nero identificava gli Asociali. Fra gli altri, i vagabondi, gli etilisti, i disabili i malati di mente, le donne omosessuali, le prostitute, i rom. Alcuni prigionieri contrassegnati dal triangolo nero svolsero il ruolo di Kapo.                                                             Un triangolo di colore rosa identificava gli omosessuali maschi.                                                       Un triangolo di colore rosso, identificava i prigionieri politiciarrestati per "fermo protettivo", un pretesto per internare gli oppositori al nazionalsocialismo. Identificava, fra gli altri, i massoni e i sacerdoti antifascisti o considerati tali.                                                                       Un triangolo di colore blu identificava gli emigrati. Si trattava di fuoriusciti dalla Germania in quanto oppositori antinazisti, rientrati perché richiamati con la frode, o per la minaccia di ritorsioni nei confronti dei loro familiari. Nel lager di Mauthausen i triangoli blu erano attribuiti ai prigionieri politici spagnoli.                                                                                                 Un triangolo di colore verde identificava i delinquenti comuni, che generalmente svolgevano il ruolo di Kapo.

La visione dei due fotografi
Il fotografo di Mauthausen presenta alcune sequenze notevoli dal punto di vista visivo, fra cui il montaggio alternato fra uno spettacolo comico e l'uccisione di un prigioniero, e in diversi momenti riesce a fotografare alcuni dettagli della vita dei reclusi, come i lunghi momenti passati nudi e al freddo alle dipendenze degli uomini del Reich. I cittadini tedeschi inoltre non credevano alla presenza dei campi di sterminio, per questo le fotografie servivano, per avere prove su tutto ciò.



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